Riaperto il teatro chiuso da vent’anni


Cultura, Eventi / martedì, Giugno 19th, 2018

Era nato tutto da li, da quel teatro scoperto per caso nel 1710, da quei primi reperti che furono la causa di una delle campagne di scavo tra le più importanti al mondo, quella di Ercolano. Il teatro della città romana ai piedi del Vesuvio è ancora come fu trovato, incastonato in un blocco tufaceo che, se ne conserva una parte considerevole, ne ha svelato la bellezza nel corso dei secoli. Un tale gioiello tuttavia non era alla portata di tutti, per 20 anni l’accesso ai suoi cunicoli è stato negato, ora, grazie all’iniziativa dell’archeologo Francesco Sirano, Direttore da un anno del Parco Archeologico di Ercolano e particolarmente attento alla fruizione e all’accessibilità diffusa del Parco, durante il mese di giugno (9-10-16-17-23-30) e ottobre (6-7-13-14) sarà possibile visitare il teatro. Ecco come Francesco Sirano racconta questa riapertura eccezionale.

Come si presenta ora il sito?

Il sito è formato da due nuclei: l’ingresso e l’area dei cunicoli vera e propria. A sua volta l’ingresso è articolato su due livelli, uno più in basso, corrisponde all’accesso borbonico, l’altro superiore, a livello del Corso Resina, si presenta all’esterno come una sorta di torretta, decorata all’interno di intonaci trattati nel primo stile pompeiano, e risale al periodo post unitario. La parte archeologica è articolata in cunicoli, in genere abbastanza ariosi, ambienti interni al teatro completamente scavati (come l’Ambulacro superiore tra media e summa cavea) e vere e proprie grotte che consentono di scorgere ampie porzioni degli elementi architettonici caratteristici del teatro, come per esempio la zona del proscenio e dell’edificio scenico. Entrambe le aree hanno necessità di interventi di restauro e di manutenzione per mettere in sicurezza e rallentare il degrado delle superfici e dei (pochi) rivestimenti sfuggiti ai “recuperi” borbonici. La riapertura, che sarà preceduta da lavori per consentire la visita in sicurezza, è tesa anche a questo scopo: accendere un riflettore su questo incredibile monumento e preparare le campagne di restauro che servono. E’ ben nota, del resto, la massima del grande Soprintendente Amedeo Maiuri secondo la quale il miglior modo per mandare in rovina una casa pompeiana (ma questo vale anche per Ercolano!) era di chiuderla al pubblico!

Perché ne è stato interdetto l’accesso per tanto tempo?

Il Teatro è stato visitabile, sia pure in forma ridotta, sino al 1998. L’occasione per la chiusura fu il rilevamento della presenza di gas radon, elemento naturalmente sprigionato dalle rocce vulcaniche, parte del sottofondo ambientale della nostra area vesuviana e presente nel banco tufaceo che ricopre il teatro. Ma certamente contarono molto anche le difficoltà di gestione del sito principale della città antica di Ercolano che, proprio in quegli anni, richiese attenzione sempre crescente per il degrado in cui versava e che lo condusse, di lì a pochi anni, ad essere inserito nella lista (2002) dei siti “sotto osservazione” da parte dell’UNESCO che da poco lo aveva inserito sotto la sua tutela. Come noto, dal 2001, l’azione della Soprintendenza fu rafforzata in modo eccellente dall’Herculaneum Conservation Project sino a pervenire, nel 2010, al risultato della messa in sicurezza complessiva dell’area. Ho l’impressione che in quegli anni travagliatissimi, il teatro, pur oggetto di studi archeologici, di importanti rilievi e di limitati restauri, sia passato in secondo piano e con esso, per esempio, la questione del recupero complessivo del monumento e del monitoraggio ambientale. In effetti alla luce delle attuali conoscenze scientifiche e, soprattutto delle attuali metodologie di approccio a questo genere di problemi, il Parco si è affidato ad INAIL e ha individuato un Esperto Qualificato confidandogli il compito di studiare e monitorare l’ambiente per un periodo congruo e che ci seguirà, per almeno di un anno, insieme ai nostri responsabili per la sicurezza consigliandoci e guidandoci per la migliore organizzazione delle visite e del servizio di accompagnamento.

Quali sono le modalità di visita del teatro?

Nel periodo trascorso la visita al teatro è stata concepita alla stregua della fruizione di una sala museale o di una passeggiata notturna tra le case di Ercolano o Pompei. Per fare questo sono stati realizzati impianti  di illuminazione, spesso tra loro sovrapposti, che miravano ad illuminare in piena luce le rovine sotterranee. Io ritengo che questa modalità non renda giustizia del fascino di questo straordinario monumento che deve essere “esplorato” e, per così dire, riscoperto ad ogni passaggio di ciascuno dei visitatori che deve essere protagonista delle sue quattro vite: rifugio antiaereo, meta del Grand Tour, sede delle prime esplorazioni in galleria, edificio da spettacolo romano.

Su questo presupposto la visita che proporremo, ancora in una prima fase sperimentale e con numeri contenuti, avverrà sempre per piccoli gruppi di max 10 persone, che saranno preventivamente informate prima dell’ingresso, accompagnate da personale esperto e dotate di alcuni presidi per la sicurezza. Scarpe comode e chiuse saranno d’obbligo in un sito che l’umidità e la presenza di acqua di falda rende del tutto simile alla visita ad una Grotta come quelle di Pertosa o di Frasassi ad esempio. Il percorso attraverserà i cunicoli più grandi e avrà tutti gli apparati di sicurezza necessari, ivi comprese videosorveglianza e l’illuminazione di emergenza.

Pubblicato su Il Giornale dell’arte n.387, giugno 2018