Superdirettori e supermostre


Curiosità / giovedì, Marzo 2nd, 2017

Da un anno a questa parte è indubbia la forte presenza mediatica dei neo superdirettori della Riforma Franceschini e dei musei da loro guidati. Mai come ora si parla di loro, delle loro mostre, dei laboratori didattici, dei loro orari di lavoro e di qualsiasi cosa li riguardi.
Il primato spetta forse all’infaticabile Mauro Felicori, direttore della Reggia di Caserta, che ha appena firmato un accordo di collaborazione quadriennale a San Pietroburgo con il direttore generale dell’Ermitage, Michail Pitrovskij. La cooperazione prevede scambi, partnership nei
restauri, realizzazione di convegni, ma anche mostre su alcune possibili tematiche comuni come la pittura di paesaggio, la produzione contemporanea e le corti imperiali.

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Non è da meno il direttore di Capodimonte, Sylvain Bellenger, tra una polemica con Vittorio Sgarbi e la ricerca di rilancio del museo napoletano. Oggi a Capodimonte si è inaugurata la mostra «Van Gogh. I capolavori ritrovati». Definita dal direttore Bellenger la mostra «del riscatto», consta in realtà di sole due opere. Si tratta de «La spiaggia di Scheveningen», del 1882, e di «Una congregazione lascia la chiesa riformata di Nuenen», del 1884,  rubate nel dicembre 2002 al Van Gogh Museum di Amsterdam, stimate 100 milioni di dollari e recuperate a Castellammare di Stabia nel rifugio di un narcotrafficante con il pallino dell’arte. Il grande ritrovamento si ferma al museo di Capodimonte per tre settimane, prima del ritorno definitivo delle opere ad Amsterdam, ed ecco apparire i titoloni che pubblicizzano una «Mostra di Van Gogh».
Lo stesso vale per l’evento che vede l’esposizione, sempre a Capodimonte fino al 9 febbraio, di un’unica opera di Vermeer, «La donna con liuto», diventata, soprattutto online, la «Mostra del pittore di Delft».
Un’enfasi fuori luogo. Fatto sta che se ne parla. Ed è tutto super.

Pubblicato su Il Giornale dell’Arte, 6 febbraio 2017