La realtà velata della Primavera Araba


Arte / domenica, Marzo 30th, 2014

Quando Christie’s ha battuto all’asta i suoi quadri li ha inseriti nella categoria dell’arte contemporanea araba, iraniana e turca ma Souad Mardam Bey definisce il proprio stile cosmopolita, forse più vicino al mediterraneo e al medioriente che ad altre culture. Di nascita siriana con nonna tedesca, madre curda e padre di origine albanese, Souad è cittadina del mondo, adora la megalopoli e ha esposto ovunque. Oggi vive al Cairo dove la Zamalek Art Gallery ospita fino al 4 giugno la sua mostra «Veiled reality».
La pittura di Souad è delicata e armoniosa, la stesura delle diverse velature pittoriche sembra far tornare a galla il colore attraverso il tempo, come per gli antichi affreschi italiani da lei tanto ammirati. Dalle tele i suoi grandi ritratti ammiccano posture da modelle indossando occhiali da sole dal tocco glamour. La realtà velata che dà il titolo alla mostra della siriana è proprio in quegli occhiali, che filtrano la luce, che offrono una visione diversa del mondo, che conduce verso il caos come per nazioni come l’Egitto e la Siria.
Fervente sostenitrice della multiculturalità, la pittrice afferma la ricchezza dello scambio e l’apporto positivo di altri popoli in Egitto e di come la decisione di diventare solo egiziani porterebbe verso la decadenza. Forse non proprio entusiasta della deriva rivoluzionaria egiziana e triste per la situazione siriana, Souad cerca nella pittura, l’armonia e il silenzio, un mondo immobile che aspetta e riflette sulla condizione umana. Le opere esposte sono pulite e nette nello studio degli spazi, ma soprattutto in questa mostra Souad sembra essersi liberata dalle precedenti definizioni di genere maschile e femminile, o di appartenenza etnica, come per la sua serie sui nubiani, che prima caratterizzava i suoi protagonisti.
Tutto nei suoi quadri parla della ricerca dell’equilibrio anche i toni monocromatici usati per le decorazioni e per gli abiti, che tuttavia appaiono complessi nei fiori e nelle geometrie.
Piccoli elementi, che sembrano intromettersi in questo flusso di pensieri, distraggono l’osservatore, lo divertono e lo incantano con i giochi fanciulleschi; sono i sogni dell’artista, gli uccelli, le bamboline che si posizionano su grandi orecchini, le libellule e infine gli amati gatti di Souad. I piccoli personaggi appartengono al mondo dell’infanzia dell’artista che li posiziona a suo piacimento, come delicate improvvisazioni, rendendoli partecipi e coprotagonisti della scena.
Apprezzatissima nell’area mediterranea, Suoad aspetta il ritorno dell’ordine dipingendolo e offrendo una pausa a chi corre verso la Primavera  Araba.

Pubblicato su Il Giornale dell’Arte, 21 maggio 2013